13 Nov La nascita del gusto e la “super-prevenzione” primaria
Dalla 30esima settimana di vita fetale le papille gustative sono funzionanti e il liquido amniotico e le sue variazioni causate dall’alimentazione materna possono stimolare nel feto i recettori del gusto. Questa precocissima attivazione dei sensi parrebbe essere il primo passo per la nascita di una “memoria del gusto”. Memoria che orienterà le preferenze per il gusto dolce o amaro e che condizionerà le scelte alimentari del futuro neonato, inducendolo ad apprezzare e assumere una maggior quantità di zuccheri rispetto all’acqua o altre bevande non zuccherate.
La sensibilità individuale e la preferenza conseguente per il dolce sono inoltre determinati dalla presenza di recettori specifici e dalla genetica (polimorfismi del gene TASIR). Lo sviluppo delle preferenze individuali per alcuni cibi rispetto ad altri è, di conseguenza, un processo complesso che coinvolge aspetti motivazionali, comportamentali e altri più propriamente individuali e genetici. Dal punto di vista evolutivo la preferenza per il sapore dolce è dovuta alla necessità di essere attirati da cibi energeticamente più ricchi.
Al giorno d’oggi questa necessità non esiste più, ma la scelta dell’alimento dolce risale ancora a questo vantaggio evolutivo di cui nel frattempo si è persa la necessità. In sostanza, quindi, le prime stimolazioni del gusto iniziano già durante la gravidanza attraverso il liquido amniotico e proseguono poi attraverso il latte materno che, come sappiamo, cambia sapore in relazione alla qualità dell’alimentazione materna.
La mamma deve quindi abituarsi a mangiare in modo vario con una dieta che comprenda i principali gruppi alimentari in modo che il futuro bambino riceva stimolazioni del gusto che possano favorire una sana curiosità per tutti i cibi, predisponendolo quindi anche a una corretta e contingentata scelta futura dei sapori dolci.
Potremo così combattere una possibile innata preferenza per il dolce che, come abbiamo visto, può essere rinforzata o modificata dall’offerta e disponibilità degli alimenti e dalle influenze familiari e culturali sin dalla tenerissima infanzia e ancor prima. Contrastando la scelta del dolce come abitudine alimentare prevalente e premiante raggiungeremo inoltre un obiettivo importante, il punto massimo – credo non oltre superabile – della prevenzione primaria odontoiatrica!
Luigi Paglia
Per approfondire
- Drewnowski A, Mennella JA, Johnson SL, Bellisl F. Sweetness and food preference. The Journal of Nutrition, Supplement: Low-calorie sweeteners, appetite and weight control—What the science tells us. E-pub 2012 May 9, 2012; doi:10.3945/jn.111.149575
- Mennella JA, Bobowski NK, Reed DR. The development of sweet taste: from biology to hedonics. Rev Endocr Metab Disord 2016;7:171– 178. doi:10.1007/s11154-016-9360-5
Fonte articolo: ildentistamoderno.com